CULTURA &TEMPO LIBERO

 
 
 

SCIENZA E FILOSOFIA

 
HOME DEL DOSSIER
La domanda

Storia delle idee

Filosofia minima

Arte e scienza si sposano in un bagno di raggi cosmici

di Armando Massarenti

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
30 novembre 2009

Entrando a Palazzo delle Esposizioni a Roma, al piano terra ci si trova immersi nella meravigliosa mostra dedicata ad Alexander Calder. È il trionfo di una forma d'arte che ha elevato a poetica un aspetto della fisica. O non sono forse le opere di Calder un continuo, poeticissimo gioco sulla gravità, le forze, la statica, il movimento, gli equilibri, i bilanciamenti, da cui dipende l'effetto di essenzialità e di magica leggerezza? Forse mi vengono in mente idee di questo genere perché in realtà la mia meta è un'altra: la mostra «Astri e particelle», che si trova al primo piano. Qui vedo che gli elementi della coppia arte e scienza si ribaltano. Questa è una mostra scientifica in tutto e per tutto, che parla di temi di notevole complessità, apparentemente improponibili a un pubblico di non specialisti. Anche qui però è il senso estetico a farla da padrone. La bellezza combacia in maniera quasi naturale con le spiegazioni scientifiche, un po' come succede nel più bel museo scientifico che io conosca, il CosmoCaixa di Barcellona, sintesi quanto mai riuscita di interattività, espressività artistica, conoscenza e consapevolezza delle regole del metodo scientifico.
«Calder» e «Astri e particelle» sono complementari anche in un altro senso, forse più profondo. L'artista-ingegnere gioca con la gravità che, per quanto possa sembrare paradossale, resta il vero enigma della fisica contemporanea, la forza che non si riesce a rendere coerente con il quadro delle altre forze. Vero è che l'elettrodinamica quantistica (Qed, «la strana teoria della luce e della materia», per dirla con Feynman, che spiega l'interazione tra elettroni e radiazioni elettromagnetiche) è la teoria più potente che conosciamo? Essa spiega pressoché tutto dei fenomeni fisici. Rende conto di tutti i fenomeni elettrici e magnetici, abbracciando tutto ciò con cui abbiamo a che fare, anche nella vita di ogni giorno, a eccezione, appunto, della gravità. Motivo di più per visitare entrambe le mostre e per pensare che il binomio arte e scienza, così concepito, fa bene sia all'arte sia alla scienza. «Astri e particelle» infatti sta replicando il grande successo che nelle stesse sale aveva avuto la mostra su Darwin, che da Roma era poi passata a Milano e che proprio in questi giorni è stata inaugurata a Bari. Organizzare mostre scientifiche nei luoghi normalmente deputati all'arte si sta insomma rivelando una mossa vincente. La mia impressione è che i visitatori siano persino di più di quelli di «Calder», ed è indubbio il successo degli incontri organizzati a latere, come quello del Nobel Carlo Rubbia di giovedì sera.
Se dunque qualcuno continua a credere che la scienza sia arida o noiosa, gli consigliamo di farsi una bella «doccia cosmica». La troverà all'inizio della mostra. Sarà attraversato da una pioggia inarrestabile di particelle microscopiche e invisibili, che provengono dagli spazi profondi e da distanze inimmaginabili nel Cosmo, segno della straordinaria continuità di tutto ciò che ci circonda, fino alle galassie più lontane. E se la cosa può farvi paura è perché non sapete che la doccia in cui siete entrati, in realtà, non fa altro che rendere visibile ciò che ci sommerge in ogni istante della nostra vita: una fittissima pioggia fatta di miliardi di raggi cosmici che attraversano i viventi, le rocce, l'acqua, su tutta la Terra. La mostra ci fa toccare con mano, con modalità spettacolari e funzionali insieme, in quanti modi fisici e astrofisici sono in grado di rilevarla, nell'atmosfera terrestre o nei fondi degli oceani. La bellezza e la meraviglia si trovano spesso proprio negli strumenti e negli esperimenti degli scienziati. Guardate ad esempio l'immagine grande di questa pagina. Si tratta di una «camera a nebbia», uno strumento capace appunto di catturare tracce di particelle e di raggi cosmici. E altra bellezza troverete negli osservatori, terresti o satellitari, o negli specchi che riflettono raggi di varia lunghezza d'onda, che hanno permesso gli straordinari sviluppi, negli ultimi decenni dell'astronomia X e Gamma, mostrandoci un universo come non lo avevamo mai visto: un paesaggio di cui non si vede la fine, fatto di innumerevoli galassie e pervaso da violente esplosioni di stelle, di particelle che attraversano per milioni di anni gli spazi siderali e di buchi neri che risucchiano la materia intorno a loro. Pure il Big Bang finisce per diventare quasi familiare, come l'idea dell'universo in espansione. E anche concetti come materia ed energia oscura, veri e propri enigmi che gli scienziati sperano di dipanare, sono spiegati con grande fascino e chiarezza. La massa del nostro universo non è solo quella visibile di cui siamo composti e che emette e riceve onde elettromagnetiche. Gli studi degli ultimi decenni ci hanno convinto dell'esistenza di una massa oscura la cui densità è 5 volte maggiore di quella della materia comune. La materia oscura domina il destino di quella che conosciamo, la cattura e forma con essa galassie come la nostra. Di che cosa sia fatta nessuno lo sa. La si cerca negli esperimenti sotterranei del Gran Sasso, o nello spazio, studiando stelle e galassie. E si è anche scoperta l'esistenza di una «energia oscura», una forza repulsiva che tende ad accelerare l'universo in espansione. Così a mistero si aggiunge mistero, ma si infittiscono anche le schiere degli scienziati che cercano di risolverli.
Al buio, nel mezzo dello spazio vuoto, gli spettatori possono toccare con mano quanto gli enigmi riguardino anche la più familiare delle forze, la gravità da cui siamo partiti. Possono "manipolare" la tessitura dello spazio, grazie a un sito interattivo e "sensibile" che reagisce alla loro presenza e ai loro movimenti, richiamando l'idea del meccanismo con cui le grandi masse cosmiche modificano la struttura dello spazio e del tempo. Come accade con i buchi neri o con le esplosioni di grandi stelle, che creano onde gravitazionali, autentici scricchiolii dello spazio-tempo, che si propagano in tutto l'universo alla velocità della luce. Da decenni i ricercatori cercano di rivelare queste onde, inizialmente con delle barre di alluminio introdotte da Edoardo Amaldi, poi con degli interferometri laser lunghi chilometri, come Virgo realizzato dall'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) a Cascina, vicino a Pisa. Spettrometri laser con bracci lunghi milioni di km saranno realizzati nello spazio, con il progetto Esa Lisa, al quale partecipano Agenzia Spaziale Italiana ed Infn. La ricerca si fa sempre più bella, ed è sempre più pronta a mettersi in mostra. Con la leggerezza di Calder.

30 novembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-